Il Centro Interculturale – Museo della Memoria del Comune di Bucine è stato inaugurato il 29 giugno 2007 e raccoglie la documentazione sull’eccidio di San Pancrazio (giugno del 1944). Al Centro è stato inoltre attribuito il compito di custodire, conservare ed implementare il materiale prodotto e raccolto in occasione del processo, avviato a partire dal 2003 dalla procura Militare di La Spezia, sotto la cui competenza sono rientrate anche le altre stragi consumate nel territorio aretino e in quello dell’Italia centrale durante la primavera - estate del 1944.

Tale patrimonio è costituito da testimonianze raccolte nel corso degli anni a partire dalle indagini svolte dal SIB (Special Investigation Branch) subito dopo l’eccidio, da numerose fotografie storiche e recenti, da filmati d’epoca e dalle relazioni delle inchieste giudiziarie, fino alle sentenze emesse a carico di coloro che sono stati ritenuti colpevoli della strage. Ai documenti del processo si uniscono le carte, le fotografie e i filmati del Public Record Office di Londra, che custodisce i materiali prodotti dai fotografi e dagli operatori al seguito dell’VIII Armata britannica giunta nella provincia aretina nell’estate del ’44. Altro fondo fotografico inedito e in possesso del Centro di documentazione di San Pancrazio è quello proveniente dai National Archives of Canada di Ottawa che racchiude una serie di immagini relative all’ingresso delle truppe canadesi nella frazione del Comune di Bucine una settimana dopo l’eccidio nazifascista.

L’acquisizione da parte del Museo dei materiali storici e dei documenti processuali più recenti ha costituito un’occasione irripetibile non solo di conservazione di fondi archivistici fondamentali a far luce sulla storia del ‘900, ma anche di riflessione su quanto sia importante implementare ulteriormente il nucleo documentario già costituito dal Comune di Bucine fino a creare un grande Archivio digitale della Memoria.

Un processo importante anche per il coinvolgimento delle generazioni più giovani nei temi della memoria, della solidarietà, della pace, del rispetto per gli altri e della comune identità europea, tanto da far ipotizzare per il futuro una grande Rete della Memoria con cui sia possibile alimentare una vera cultura della pace di cui i giovani siano i primi e principali attori.